La Storia della

Nostra chiesa

In fondo a destra della nobile Piazza dei Signori, nell'angolo più lontano da Piazza delle Erbe, si trova la millenaria ed austera chiesa di Santa Maria Antica. Venne edificata durante la prima metà dell'VIII secolo come luogo di culto annesso ad un importante monastero femminile. La chiesa di Santa Maria Antica è indissolubilmente legata alla storia della famiglia della Scala che ne fece la propria cappella privata, inglobandola nei palazzi della propria corte, e successivamente il proprio cimitero, costruendo nel muro e nel cortile della piccola chiesetta i mausolei dei propri membri più illustri: le Arche Scaligere.

Santa Maria Antica nasce come chiesa Longobarda nell'VIII secolo, e in seguito le verrà annesso un convento dotato di orti, vigne e frutteti che denunciano l'assetto rurale del centro di Verona nei secoli successivi alla caduta dell'Impero Romano.
Con la rinascita che segue all'anno mille, Santa Maria Antica perde il terreno circostante a favore dei palazzi pubblici che velocemente le sorgono attorno. E’ stata irrimediabilmente danneggiata durante il terremoto, che nel 1117 devastò Verona, compresa parte dell'Arena, che perse quasi completamente il secondo anello. Le enormi pietre dell'Arena crollata furono recuperate dai cittadini per le costruzioni e anche Santa Maria Antica, ha visibili in sacrestia alcune di queste enormi pietre romane. Della prima chiesa rimane solo un frammento di pavimento a mosaico, con tessere bianche e nere, nella parte sinistra dell’altare.

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Santa Maria Antica fu ricostruita con forme romaniche e riconsacrata nel 1185 dal Patriarca d'Aquileia. Nel corso dei secoli fu oggetto di numerosi interventi che ne modificarono profondamente l'aspetto originario. Nel duecento gli Scaligeri, i potenti signori di Verona che qui accanto avevano posto i loro palazzi del potere, la scelsero come propria cappella privata e nel seicento i suoi interni vennero adeguati al barocco gusto di quel tempo. Un nuovo restauro, eseguito negli ultimi anni dell'ottocento, ha restituito alla chiesa lo stile originario e quel profumo d'antico che ancora oggi seduce veronesi e turisti. Esternamente le chiesa, realizzata con fasce alternate di mattone e pietra, è ornata con piccoli finestrini a strombatura e soffocata dagli edifici circostanti che nascondono quasi totalmente le sue delicate forme. Pregevole il piccolo campanile quadrato, che trova la sua base sopra l'abside maggiore; è totalmente in tufo e in puro stile romanico, con finestre bifore nella cella campanaria e copertura a pigna conica in laterizio. Due sono le porte di accesso alla chiesa, una nella navata centrale e più importante è l'accesso al tempio attraverso l'ingresso laterale, sovrastato dal magnifico Sarcofago di Cangrande della Scala, uno dei maggiori monumenti della scultura veronese del trecento che si insinua nella parete della chiesa formando un’insieme di straordinaria e delicata bellezza.

Il sarcofago è situato entro un arco trilobato e sovrastato da una statua equestre del principe, una fedele riproduzione dell'originale che è custodita nel museo di Castelvecchio, ritenuta la più bella statua equestre del XIV secolo, opera attribuita a Giovanni di Rigino. Cangrande è raffigurato sorridente e eretto sul cavallo appena arrestato dal galoppo vittorioso. Il vento fa ondeggiare la gualdrappa damascata che ricopre il cavallo sino agli zoccoli. Il capo di Cangrande è coperto con una maglia d'acciaio, mentre l'elmo a testa di cane alato è gettato dietro la schiena. Il braccio sembra porre la spada nel fodero, in segno di pace, mentre il sorriso dà un sentimento di benevolenza. Il monumento viene così descritto da John Ruskin in The Stones of Venice: «(...) un vigoroso baldacchino ad arco è sostenuto da due colonnine sporgenti, e in cima al tetto è la statua del cavaliere sul suo cavallo da battaglia; il suo elmo, munito d’ali di drago e coronato dalla testa di cane, gettato sulle spalle, e il largo drappo blasonato fluttuante all'indietro dal petto del cavallo è disegnato dall'antico ignoto artista con tale aderenza alla realtà che sembra ondeggiare nel vento, e la lancia pare agitata dal cavaliere e il suo cavallo di marmo sembra continuare ad accelerare il passo per lanciarsi in una carica più rapida e impetuosa, mentre le nuvole, argentee corrono dietro ad esso nel cielo.» (John Ruskin)

L'interno della chiesa è austero, ripartito su tre navate divise da due serie di sette colonne in pietra rossa con capitelli squadrati e archi a sesto rialzato, che terminano in altrettante piccole absidi ricavate nello spessore del muro. Le absidi laterali sono decorate con fasce alternate di mattoni rossi e tufo, mentre nell'abside centrale rimangono alcuni pregevoli frammenti di affreschi trecenteschi. Pur scevre di particolari opere d'arte, le nude pareti conservano due interessanti lapidi marmoree: accanto alla porta che conduce alla sacrestia una lapide del XII secolo ricorda la consacrazione della chiesa ad opera del patriarca Gotifredo (A. MCLXXXV indicit. Die sabati IX intrante novemb dom. Ptriarca Gotifredus quile-iensis dedicavit ecclesiam - Sanct Marie Antique). Sulla parete di sinistra si trova una lapide quattrocentesca che elenca le incredibili reliquie che sarebbero conservate nell'altare maggiore e celebra la consacrazione dello stesso ad opera di papa Alessandro III.

“L’anno 1185, indizione III, sabato 9 all’inizio di novembre, Gotifredo patriarca di Aquileia dedicò la Chiesa di Santa Maria Antica, dove intervennero Lavorente e Adelardo cardinali di S.R.C. Pepone vescovo di Pedena e Obizo abate di Santa Maria in Organo e altri religiosi. Qui si trovano le reliquie dei capelli di Santa Maria e delle sue vesti. Le reliquie di S. Giacomo apostolo e dei santi martiri Ermagora e Fortunato, di san Giorgio e san Celestino, san Sisto, san Cassiano, san Vito, san Modesto, san Crescenziano e dei santi Cosma e Damiano, dei santi confessori Procolo e Lupicino e di Santa Agnese martire. In questa consacrazione (Gotifredo) concesse a tutti coloro che erano presenti e che avessero ricevuto la penitenza dei loro peccati o l’avessero ricevuta entro 15 giorni, anche a coloro che erano assenti e avessero ricevuta la penitenza entro 15 giorni e avessero anche visitato la chiesa, senza eccezione, il perdono per tutti i peccati di 7 anni e la quarta parte dei veniali sempre ogni anno, (concesse) questa remissione. Così stabilì pure che d’ora in poi questa dedicazione fosse celebrata nel giorno di San Martino. Stabilì inoltre che tutti coloro i quali avessero sottratto di nascosto oppure con la violenza avessero occupato le proprietà della medesima chiesa fossero colpiti da scomunica.”

Caratteristice le colonne della navata centrale che, secondo la tradizione Templare, devono essere state recuperate da altre chiese distrutte e riutilizzate. Curiose perché sono accoppiate nel senso della larghezza della chiesa e così si trovano cinque coppie di colonne, uguali a due a due ma differenti dalle altre coppie. I quadri e le statue che addobbano l’interno della chiesa, il grande Crocifisso, e le altre pregevoli raffigurazioni, non pesano assolutamente sullo stile scevro e severo, ma carico di grande energia della Chiesa Romanica Santa Maria Antica è una piccola chiesa dall'atmosfera mistica e raccolta che assieme alle Arche Scaligere che le sorgono attorno permette di immergersi completamente nella Verona medievale. Ulteriori immagini e particolari possono essere ammirati nella sezione Galleria del sito